Il Tirreno 14 gennaio 2015

Il Tirreno 14 gennaio 2015

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Effetto Bolkestein, spiagge all’asta a partire dal 2020. Andranno subito a gara le nuove concessioni demaniali, previsto un periodo transitorio per quelle già esistenti

 

PIOMBINO. Spiagge all’asta a partire dal 2020, ma tutelando i balneari. Il Governo, nell’incontro di ieri mattina a Roma, è stato chiaro con i concessionari demaniali: la direttiva europea Bolkestein c’è e va applicata.
Al tempo stesso, l’Esecutivo ha confermato ai concessionari – come già ribadito negli incontri precedenti – che non c’è alcuna volontà di affossare il sistema degli stabilimenti balneari. E che il cambiamento sarà gestito nella maniera più morbida possibile.

Il doppio binario. Nel confronto al ministero dei Beni culturali e del turismo, il sottosegretario Francesca Barracciu e i tecnici hanno parlato di due binari: uno per le nuove concessioni demaniali marittime, l’altro per quelle già in vigore. Le prime saranno messe a gara tramite procedura di evidenza pubblica nel minor tempo possibile: a questo proposito, il Governo ha annunciato di aver inviato una e-mail in posta certificata a 750 Comuni, perché forniscano una mappa dei litorali e delle porzioni di spiaggia ancora da affidare, eventualmente, alla gestione dei privati.

Le concessioni già esistenti, invece, saranno interessate da un percorso più lungo, che consentirà ai privati che le detengono di adeguarsi al nuovo sistema.

La questione proroga. Non è stato quantificato il periodo di questo regime transitorio, ma l’Esecutivo – e questa è una novità – ha assicurato ai balneari la volontà di difendere in Europa l’attuale proroga delle concessioni fino al 2020, determinata da una legge del Parlamento italiano ai tempi del governo Monti.
Se, come auspicato dal Governo, il 2020 sarà confermato anche dalla Corte di giustizia europea – interessata della questione dal Tar della Lombardia a proposito del contenzioso per una concessione lacustre – da lì si partirà con una proroga ulteriore. Che però, come detto, non è stata conteggiata.
È stata smentita seccamente, però, l’ipotesi che possa essere dai 2 agli 8 anni, come ipotizzato nella bozza di disegno di legge del 25 novembre scorso.

La bozza è credibile. E a proposito della bozza del 25 novembre, il Governo, per la prima volta, ha ammesso che è un testo su cui i tecnici stanno lavorando. Confermando, di conseguenza, che la durata dei titoli da 6 a 20 anni, la questione indennizzi da calcolare sugli investimenti fatti per chi perde la concessioni e infine i supercanoni (novità ipotizzate nel documento) sono spunti reali e concreti.
Non sono stati forniti tempi precisi, ma da parte dei tecnici ministeriali e dello stesso sottosegretario è stata ribadita la volontà di chiudere la questione con una nuova legge entro il 2015.

I sindacati sul chi va là. Al termine del confronto i sindacati balneari hanno inviato una nota dai toni prudenti.
«Nel corso dell’incontro – si legge nella nota – il sottosegretario Francesca Barracciu si è mostrata disponibile a raccogliere osservazioni, rilievi e preoccupazioni da parte degli imprenditori balneari italiani, da consegnare poi al Tavolo interministeriale preposto alla stesura del disegno di legge sulla questione, con la volontà di non ingenerare nocivi allarmismi anche perché la materia è in piena evoluzione. Il lavoro svolto dal Governo fino a oggi ha avuto lo scopo di una interlocuzione con l’Europa nella garanzia, richiesta in ambito europeo, di definire con precisione e a breve le questioni relative alla proroga ed il rispetto dei parametri della Direttiva servizi. Ora si lavorerà in maniera seria ed affidabile con i sindacati di categoria per contemperare le esigenze dell’Unione Europa al sentito interesse nazionale. Il testo del ddl che scaturirà sarà il più condiviso possibile tra governo e sindacati».