La Corte UE rimanda al 22/2/2016 la decisione sulla legittimità della proroga

La Corte UE rimanda al 22/2/2016 la decisione sulla legittimità della proroga

L’articolo da Mondo Balneare insieme alle reazioni dei balneari, di seguito sono riposrtati i comunicati stampa inviati da CNA e SIB

Balneari, timori da Corte Ue. Ma è tutto rimandato al 25 febbraio La Commissione europea ha già contestato la legittimità della proroga al 2020, ma l’avvocato generale della Corte di Lussemburgo Maciej Szpunar ha annunciato che la decisione definitiva arriverà solo il prossimo anno. articolo pubblicato il 03/12/2015 mondo balneare La Commissione europea è contraria alla proroga al 2020 delle concessioni balneari italiane, ma una prima indicazione della Corte di giustizia europea sulla legittimità o meno delle proroghe arriverà solo il 25 febbraio 2016. Lo ha annunciato l’avvocato generale della Corte di Lussemburgo Maciej Szpunar (nella foto) al termine della prima udienza, tenutasi questa mattina a Lussemburgo. È infatti prevista per il prossimo 25 febbraio la presentazione delle conclusioni della Corte Ue sulla vicenda delle concessioni balneari italiane. Tali conclusioni non sono vincolanti rispetto alla sentenza finale – che arriverà tra aprile e maggio – ma molto spesso ne viene seguito l’orientamento. E purtroppo l’orientamento non è favorevole alla proroga. Infatti, nel corso dell’udienza di stamane, il servizio giuridico della Commissione europea ha radicalmente contestato la compatibilità della proroga con la direttiva Servizi (cd. Bolkestein) e a tali conclusioni si è associato il governo olandese. Al contrario, l’Avvocatura generale dello Stato italiano ha validamente difeso la proroga, così come gli avvocati delle parti private coinvolte. In merito a come è andata l’udienza, racconta l’avvocato Roberto Righi al Tirreno: «C’è stata totale attenzione da parte della Corte alle istanze presentate e alle argomentazioni delle difese. E si è verificato il pieno coordinamento tra i difensori privati e il governo italiano che ha difeso la proroga al 2020». Altrettanta sintonia non si è avuta, invece, con il rappresentante della Commissione europea: «Nonostante fosse italiano – è la testimonianza dell’avvocato Righi – ha mostrato totale ostilità». Nella prima udienza di stamattina sono state esposte le ragioni delle parti coinvolte, dando di fatto il via all’atteso esame della causa sul rinnovo delle concessioni demaniali e sulla validità della proroga al 31 dicembre 2020. Ma la decisione arriverà solo il prossimo anno – seppure col rischio che, se la proroga al 2020 verrà dichiarata invalida, le concessioni si troveranno già scadute (visto che il precedente termine cade il 31 dicembre 2015).
Le reazioni dei balneari
Il primo comunicato post udienza è arrivato da Cna Balneatori. Lo riportiamo qui di seguito. Il pool di legali di Cna Balneatori (avvocati Roberto Righi ed Ettore Nesi) ci comunicano un primo importante aggiornamento al termine dell’udienza dibattimentale che si è tenuta stamane presso la Corte di giustizia europea in Lussemburgo. «Il Collegio giudicante dovrà valutare ed esprimersi se nella vicenda in esame vengano in rilievo interessi pubblici di carattere generale, tra quelli elencati al comma 3^ dell’art. 12 della Direttiva Servizi e cioè “considerazioni di salute pubblica, di obiettivi di politica sociale, della salute e della sicurezza dei lavoratori dipendenti ed autonomi, della protezione dell’ambiente, della salvaguardia del patrimonio culturale e di altri motivi imperativi d’interesse generale conformi al diritto comunitario». A seconda del giudizio che esprimerà la Corte sarà ritenuto ammissibile oppure contrastante con la Direttiva Servizi la proroga sino al 31 dicembre 2015 delle concessioni balneari, perchè questa è la questione di diritto su cui la Corte è chiamata a esprimersi. La Corte, infatti, dovrà valutare ed esprimersi se tali interessi possano giustificare una deroga al comma 2^ dell’art. 12 Direttiva Servizi. Per il 25 febbraio 2016 sono attese le conclusioni dell’Avvocato Generale, mentre la sentenza è prevista tra i mesi di Aprile e Maggio del prossimo anno. L’Avvocatura Generale dello Stato ha validamente difeso la proroga, così come gli Avvocati delle parti private, cosicchè vi è stato un pieno coordinamento a difesa della legislazione italiane vigente; mentre il servizio giuridico della Commissione europea ha radicalmente contestato la compatibilità della proroga con la Direttiva Servizi e a tali conclusioni si è associato il Governo Olandese. In ogni caso, è stato fatto tutto il possibile per difendere la posizione dei Concessionari, ma sino alla pubblicazione della sentenza della Corte non sarà possibile alcuna anticipazione in proposito.
Poche ore dopo anche Sib-Confcommercio ha diramato questo comunicato: Balneari, Corte Ue: fiduciosi nel futuro Consapevoli che la soluzione del nostro problema è nelle mani della politica nazionale dalla quale, ormai da troppo tempo, i balneari italiani sono in attesa di risposte vere e concrete. «Nel corso della riunione sono state compiutamente rappresentate tutte le ragioni dei balneari italiani – afferma Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari-Confcommercio – grazie anche al lavoro svolto dal collega Tonino Capacchione, che per delega dello studio legale Ballero di Cagliari ci ha rappresentato all’udienza odierna presso la Corte di Giustizia». Prezioso è risultato il coordinamento fra le parti private rappresentate dagli avvocati Tonino Capacchione e Roberto Righi e l’avvocato dello Stato Pietro Garofoli, così come importante è stata l’azione in tal senso operata dalla prof.ssa Lucia Serena Rossi dell’Università di Bologna, consulente in materia del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari Europei Sandro Gozi. Giova ricordare che il S.I.B. è l’unica organizzazione di categoria a essere parte processuale. Un ringraziamento a tutti gli avvocati che hanno permesso di rendere utile questa udienza, aspettiamo fiduciosi l’esito del processo, ben consapevoli che la soluzione del nostro problema è nelle mani della politica nazionale dalla quale, ormai da troppo tempo, i balneari italiani sono in attesa di risposte vere e concrete. «Il S.I.B. – conclude Borgo – continuerà nella sua azione con sobrietà, concretezza e determinazione». Come si è arrivati alla causa Il processo sulle concessioni balneari è approdato alla Corte di giustizia europea su iniziativa del Tar Lombardia: al centro del contenzioso, l’applicazione della direttiva Bolkestein che obbliga a indire gare per la concessione di aree demaniali come quelle occupate dagli stabilimenti balneari in riva al mare, a laghi e fiumi. Nello specifico, la causa è nata quando la società Promoimpresa ha chiesto al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia di annullare la decisione con la quale il consorzio dei comuni della sponda bresciana del Lago di Garda ha respinto la richiesta di rinnovo della concessione per un’area demaniale di poco più di 200 metri quadri su cui si trovano un chiosco-bar, una veranda, bagni, banchina e pontile. E soprattutto della delibera con cui la giunta regionale ha stabilito che le concessioni demaniali possono essere rilasciate solo con gara, ovvero a seguito di “una apposita procedura di selezione comparativa”. Il Tar lombardo si è quindi rivolto alla Corte Ue chiedendo di stabilire se i principi della libertà di stabilimento, di non discriminazione e di tutela della concorrenza sanciti dal Trattato Ue comportino il divieto di emanare una norma nazionale che determini la reiterata proroga del termine di scadenza della concessione di beni del demanio marittimo, lacuale e fluviale. L’opinione dell’avvocatura generale e poi la sentenza della Corte di giustizia saranno quindi determinanti per capire se le concessioni balneari hanno legittimità di durare fino al 2020. EMMEPI CASETTE Anche il Tar Sardegna ha intentato pochi mesi dopo una causa analoga, interpellando sempre la Corte Ue sulla legittimità della proroga concessa agli stabilimenti balneari – e in questo caso riguardando direttamente una concessione marittima e non lacustre, come invece nel caso lombardo. Fonte: MondoBalneare.com