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RER, risoluzione della Regione sulle concessioni demaniali

RER, risoluzione della Regione sulle concessioni demaniali 03/10/2015

Bologna, 1/10/2015
Alla Presidente
Dell’Assemblea Legislativa
Simonetta Saliera
Sede
RISOLUZIONE
L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
Premesso che
L’articolo 105 del Decreto Legislativo n. 112/1998 ha trasferito alle Regioni le funzioni relative al rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle di approvvigionamento di fonti di energia.
In merito alla durata delle concessioni demaniali marittime, l’articolo 1, comma 2 della L. n. 494/1993 ha introdotto il principio del “rinnovo automatico” di sei anni in sei anni alla scadenza del titolo concessorio e contestualmente, l’art. 37 del Codice della Navigazione, come modificato dal D.L. n. 400/1993 enunciava il “diritto di insistenza” dei concessionari sui beni oggetto della concessione, stabilendo che in sede di rinnovo delle stesse, dovesse essere data la preferenza al precedente concessionario.
In seguito all’apertura della procedura di infrazione comunitaria n. 2008/4908 da parte della Commissione Europea, che ha rilevato come l’assetto normativo italiano, così configurato, non fosse compatibile con il diritto comunitario, il legislatore è intervenuto abrogando l’art. 37 del Codice della Navigazione nella parte inerente il “diritto di insistenza” ed abolito il rinnovo automatico, disponendo la proroga delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2015.
In seguito agli ulteriori rilievi, con l’articolo 11 della legge n. 217/2011 (legge comunitaria 2010), è stato abrogato il già citato comma 2 dell’articolo 01 della L. n. 494/1993, inoltre il Governo ha ricevuto la delega ad emanare, entro il 17 aprile 2013, un decreto legislativo avente ad oggetto la revisione e il riordino della legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime.
Successivamente, la L. n. 221/2012 ha prorogato la scadenza delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2020, mentre il termine per l’emanazione del previsto Decreto Legislativo è trascorso infruttuosamente.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in data 25 marzo 2015, ha approvato un documento sulla revisione e il riordino della legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime (12/22/CR09/C5). La posizione è stata consegnata al Governo nel corso della Conferenza Stato-Regioni del 25 marzo scorso.
Il Governo sta predisponendo un Disegno di Legge Quadro di riforma in materia di demanio marittimo volto a produrre un quadro normativo di chiarezza, equità e sostenibilità per un settore strategico dell’economia e del presidio del territorio quale quello del turismo balneare.
L’innovazione normativa derivante da tale legge risponde alle esigenze di adeguamento ai principi comunitari in materia di trasparenza, non discriminazione, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi e, al contempo, consente di aggiornare e superare il precario quadro esistente, raccogliendo le istanze degli enti territoriali e delle categorie economiche che operano sul demanio marittimo.
Allo stesso tempo, il Governo ha avviato un percorso di negoziazione con la Commissione Europea per applicare al tema delle concessioni demaniali balneari il criterio del “doppio binario”: un congruo periodo di proroga rispetto alla scadenza del 2020 agli operatori già titolari di concessioni demaniali e l’avvio di bandi di gara per l’assegnazione degli spazi ancora concedibili.
Stime preliminari sulle spiagge libere e occupabili (dati che escludono le aree naturalistiche protette, le basi militari e quanto non assegnabile in concessione) restituiscono una consistenza pari a circa il 30% del demanio marittimo a disposizione di assegnazione attraverso bando di gara, una percentuale non residuale e di conseguenza adeguata per assicurare l’applicabilità del criterio del “doppio binario”.
Di conseguenza, la strategia del “doppio binario” proposta dal Governo e sostenuta anche dal documento della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome consente di rispondere alle richieste della Commissione Europea tutelando, al contempo, il modello dell’impresa balneare italiana e la capacità di investimenti, innovazione e tutela del territorio che è stato realizzato negli anni.
Considerato che
? la L.n. 221/2012 ha posto come scadenza delle concessioni balneari il 31 dicembre 2020;
? su questo termine il TAR della Sardegna ha richiesto un pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, previsto per la primavera del 2016;
? il Governo Italiano sta difendendo il dettato della L.n. 221/2012 e il conseguente regime di proroga presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea attraverso l’Avvocatura di Stato;
? il coinvolgimento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha determinato una posizione di attesa da parte della Commissione Europea fino al pronunciamento;
? il congelamento della negoziazione da parte della Commissione Europea si ripercuote sull’iter del “doppio binario” da un lato, e dall’altro sulla definizione del contenuto del Disegno di Legge Quadro di riforma in materia di demanio balneare, che deve essere coerente con il quadro normativo e giurisprudenziale comunitario;
Valutato che
La definizione di un nuovo quadro normativo a livello nazionale assicurerà alla filiera del turismo balneare una strategia di valorizzazione e riconoscimento adeguata e attesa da molto tempo.
La centralità di una riforma efficace del demanio marittimo è riconosciuta dal Governo, dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome e dalla Regione Emilia Romagna, che ha promosso l’adesione alla strategia del “doppio binario” presso le altre Regioni costiere.
Il percorso avviato ha individuato alcuni punti essenziali del nuovo quadro normativo, quali:
? una durata delle concessioni che sia rapportata sia agli investimenti realizzati dai concessionari sia al piano delle attività che intendono svolgere;
? la rideterminazione dei valori dei canoni demaniali effettuata su principi di equità e sostenibilità;
? il riconoscimento del valore commerciale dell’impresa, superando una valutazione limitata ai soli investimenti realizzati non ammortizzati per quanto riguarda i criteri e le modalità di affidamento delle concessioni;
? l’eliminazione del principio di facile e difficile rimozione -come invocato anche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici- che di fatto incentiva la cementificazione delle coste;
? la definizione di un periodo transitorio che accompagni il passaggio al nuovo regime normativo;
? l’aggiornamento della distinzione tra zone ad alta e bassa valenza turistica;
? la revisione dei canoni per porti turistici e dei cosiddetti canoni pertinenziali in un’ottica di maggiore sostenibilità economica per il territorio.
Tutto ciò premesso e considerato
Impegna la giunta a
Sostenere il percorso di negoziazione avviato dal Governo con la Commissione Europea volto a tutelare e valorizzare la filiera del turismo balneare.
Sollecitare al più presto la convocazione del tavolo di confronto con il Governo e gli Enti locali richiesto dalla Conferenza Stato Regioni del 22 gennaio 2015.
Sollecitare il Governo a varare in tempi brevi le nuove norme di riordino del demanio marittimo.
Continuare ad agire in tutte le sedi opportune perché gli elementi individuati nelle premesse della presente risoluzione trovino accoglimento nella riforma di disciplina del demanio marittimo.

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